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I fumi di Amsterdam

Amsterdam, una città che ho desiderato tanto vedere e che meno mi a lasciato, se non la sensazione di non aver potuto godere a pieno della sua bellezza, senza però capirne il perché.  Bisogna ammettere che il tempo che ci ha accolto una volta arrivati ad Amsterdam non è stato proprio dei migliori. Una forte ventata di aria fredda e umida ci ha fatto velocemente correre alla ricerca di felpe e giacchetti che tenevamo sul fondo dei nostri zaini non credendo ci sarebbero serviti tanto presto. Il cielo grigio e pesante, un tutt'uno con l'acqua dei canali e dell'asfalto, ha avuto un forte impatto su noi che venivamo da città in cui già si sudava per il caldo; la pioggia l'avevamo dimenticata già da settimane. Solitamente però, questo tipo di clima, il cielo plumbeo e la pioggerellina leggera, è tra i miei preferiti, per questo non capisco la reazione che il mio corpo ha avuto di lì a poco. Sarà stata la stanchezza del viaggio, la fame - poiché partiti in mattinata e
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Basta poco

Basta poco per cambiare una giornata, per renderla un po' meno grigia e piovosa. Basta veramente poco. Come quando, arrivando in ufficio con i vestiti fradici per la camminata sotto il diluvio, un mio superiore mi dice: «Ti vedo bene». E io lì, con la faccia di chi pensa di essere preso per il culo, mi lascio scappare dalle labbra un incredulo "perché". «Boh mi sembri felice, è bello».  Devo ammettere di non aver saputo trattenere un sorriso e sì, ho sentito una strana energia pervadermi e scaldarmi da quei sentimenti freddi che fino a pochi istanti prima mi avevano fatto credere che non avrei trovato modo di risollevarmi il morale. O quando, qualche ora più tardi, dopo aver rischiato una multa e passato ore in sala d'attesa dal medico, durante la visita questo mi chiede: «Allora, cosa stai studiando ultimamente?» Comincio ad illustrargli tutti gli esami che mi mancano, preparandomi alle solite battutine sui miei studi a cui ormai ho fatto l'abitudi

Via Montagna Spaccata

Via Montagna Spaccata, una strada che si prende da Rocca Priora e il navigatore ha ben pensato potesse essere quella che più velocemente poteva portarmi da Tivoli a Velletri. Non una passeggiata per la mia Punto del '96 dal surriscaldamento facile. Con lei ho affrontato ogni tipo di avventura, dal salire a 1250 m di altitudine, passando tra stradine di paese fatte di blocchetti di pietra, al guidare con condizioni atmosferiche spaventose. Ma Via Montagna Spaccata è stata l'unica a farmi temere di non potercela fare. Riesco ancora a percepire il terrore con cui ho affrontato quella salita. Il mio corpo proteso sul volante come se il peso potesse aiutarmi a proseguire, spingendo me e la macchina, come se avessi paura di cadere all'indietro. Mai nome fu più azzeccato per una strada. Quello "spaccata" si riferisce anche alla mia anima divisa tra l'esortazione a proseguire per orgoglio - e perché a quel punto era l'unico modo per tornare a casa in giornata

La signora stizzosa

Capelli bianchi, corti e un po' cotonati la signora stizzosa sulla sua poltrona se ne stava, a guardar suonare gli artisti di folklore musicisti. Di litigare pareva desiderosa, per questo sulla schiena si girava e versi rivolgeva dietro di sé ai giovani di partecipazione gioiosa, ma non per questo chiassosa. Poi da sola borbottava e le sue parole accompagnava con gesti delle mani. Non le andava bene nulla, neanche la musica apprezzava infatti se ne andò mentre la banda ancora suonava. 

L'ostello del terrore

Leggenda narra che i francesi siano piuttosto sporchi, soprattutto a Parigi e soprattutto in alberghi a poche stelle, di catene non internazionali, e negli ostelli. I luoghi comuni sono piuttosto fastidiosi, spesso limitativi e limitanti. Nessuno si priverebbe mai di una vacanza perché un popolo viene considerato sporco; da chi poi? La gioventù inoltre ti porta a fare economia, andare a risparmio per spendere tutto poi in cibo e "divertimento" (lo metto tra virgolette perché sicuramente ciò che intendo io per divertimento non è quello che si potrebbe immaginare da questa frase); tanto chi ha intenzione di passare tutta la vacanza nel posto dove devi solo dormire? E come un perfetto elemento rappresentate la categoria dei giovani amanti dei viaggi, come mio solito poi, ho deciso che l'ostello più economico e centrale di Parigi fosse un'opzione allettante e la scelta più giusta da fare. E sinceramente non mi importava neanche di dormire bene o in un posto perfettam

Sulle tracce degli orsi invisibili

Siamo Krig, Zoof, Chii ed io e la nostra avventura inizia in modo piuttosto burrascoso: una fotocamera caduta e ormai inutilizzabile, una data definita pochi giorni prima della partenza stessa, un'organizzazione un po' approssimativa. Abbiamo un unico desiderio, immergerci in una nuova avventura, per questo non possiamo lasciarci sopraffare dal caos.  Prima importantissima cosa: procurarsi la giusta attrezzatura. Quindi è d'obbligo fare tappa al Decathlon che troviamo sulla nostra strada. Cappelli per proteggerci dai raggi UV, snack energetici, pile e ventine, scarpe con suola rinforzata, calzini giusti e un gonnalone (gonna + pantalone) per chi non vuole rinunciare alla sua femminilità anche nei momenti più avventurosi. Vogliamo vedere l'orso bruno marsicano. Incontriamo i nostri nuovi compagni d'avventura subito dopo pranzo, in una piazzetta di Pescasseroli. Una cricca variegata, fatta di giovani, giovanissimi, anziani e un po' meno anziani, tutti a

Voleteve bene sempre

In cerca di ristoro dopo una lunga camminata, la cara Krig ed io approfittammo di una comoda panchina ombreggiata, all'uscita della chiesa. L'arsura e la fatica ci stavano stremando ed il posto, apparentemente tranquillo, sembrava perfetto per recuperare energie e godersi un po' di pace.  Ci eravamo appena sedute quando una curiosa vecchietta dal passo incerto cominciò ad avvicinarsi  borbottando, fino ad arrivare davanti a noi.  «Io je sparerei a quelle due», alzammo entrambe lo sguardo verso quella figura goffa e un po' ricurva pensando di aver sentito male.  «Non dico a voi due, eh» disse infatti subito dopo. Non potemmo però ignorare la preoccupazione che le sue parole avevano destato, così le chiedemmo se andasse tutto bene. Durante il breve tragitto percorso dalla signora, dalla chiesa fino a noi, avevamo pensato volesse rivendicare la sua proprietà sulla panchina ed eravamo già pronti a sollevare le nostre membra e a riprendere la ricerca di un luogo dove